Riportiamo alcune parti di un articolo da Nòva24, firma Luca Dello Iacovo. Link in fondo alla pagina.
“Sette applicazioni software per ogni abitante del pianeta: è il record che stabilisce Apple con il download di 50 miliardi di copie dalla sua vetrina App Store. Sono un ingranaggio chiave all’interno di una macchina creativa.
Abi Research stima che la app economy raggiungerà 25 miliardi di dollari durante l’anno in corso: il 65% del fatturato arriva dagli smartphone e il 35% dai tablet. È un traguardo importante per le applicazioni software destinate ai dispositivi mobili che soltanto a partire dal 2008 con il lancio dell’App Store conquistano un vasto pubblico e diventano aperte agli sviluppatori esterni. Generano opportunità occupazionali. Negli Stati Uniti alimenteranno 80mila posti di lavoro. E anche in Italia hanno contribuito alle economie locali.
Finora gli sviluppatori hanno ricevuto 9 miliardi di dollari dagli acquisti mediante l’App Store: al momento del lancio della vetrina erano 500 le applicazioni software e dopo sei anni sono arrivate a 850mila. Gli account degli utenti hanno tagliato il traguardo di 500 milioni. Presto anche altri colossi dell’hi-tech si sono ispirati a Apple.
Per le imprese che entrano nella app economy significa essere connesse con una platea globale dove cambiano abitudini consolidate. Le applicazioni sono una porta d’accesso ai social network per conversazioni in diretta. Cambiano le modalità di ricerca nei luoghi vicini attraverso le segnalazioni di altri utenti. Sono bussole per orientarsi mediante le mappe digitali.
Negli ultimi anni si moltiplicano sul territorio incubatori e acceleratori dove le startup puntano sulle applicazioni software. A conquistare il palcoscenico è stata la vicenda di Instagram: due cofondatori, Kevin Systrom e Mike Krieger, uniti all’intuizione dei filtri colorati. In meno di due anni vendono a Facebook per una cifra complessiva in contati e azioni di 715 milioni di dollari. Vine non ha nemmeno fatto in tempo ad arrivare sull’App Store ed è stata inglobata da Twitter. Dall’Italia non poche applicazioni software hanno raggiunto il palcoscenico internazionale.”
